Parla con la Vergine Maria

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lunedì 10 ottobre 2011

La Passione di Gesù vissuta da Maria

La Passione di Gesù vissuta da Maria Una madre sarebbe turbata molto dolorosamente se vedesse mettere a morte il proprio figlio; io fui così durante la Passione di mio Figlio. Oh figlia mia! Sebbene parli solo a te, sento tuttavia tramite te tutti gli uomini che seguono la fede santa. Oh figlia mia! Ecco quali cose il mio caro Figlio ha sofferto per voi: Essendo venuto il tempo di questo combattimento così forte e così duro, dove con grandi dolori e pene ha riscattato le anime, mio Figlio piangeva ed il sudore di sangue colava dal suo corpo, tanto la sua Umanità era consumata dalla paura naturale di cui soffriva… I suoi nemici si impossessarono di Lui, lo colpirono sulle guance e lo schernirono. Fu legato, schiaffeggiato; gli sputarono sul viso. Essendo stato condotto verso la colonna, mio Figlio stesso si spogliò dei suoi abiti e avvicinò alla colonna le sue mani che i suoi nemici legarono senza misericordia. Non avendo più niente per coprirsi, sopportò la vergogna e la nudità. Vidi il suo corpo sacro, frustato, insanguinato. Quando si ritiravano le frustate, si solcava e lacerava la sua carne; è stato frustato fino all’interno. L’uomo è mancato maliziosamente in tutte le sue membra, mio Figlio beneamato l’ha soddisfatto con tutte le sue. Il sangue colava a fiotti; la sua carne sacra volava in brandelli in modo tale che le sue costole apparivano. Non c’erano più in Lui che ferite, contusioni, piaghe infiammate che non furono affatto medicate e nemmeno alleviate con l’olio. Tutti quelli che erano nel seno di Abramo avrebbero preferito essere eternamente all’inferno che vedere una pena così orribile nel loro Signore. Qualcuno allora disse con emozione: “Eh che cosa! Lo farete, morire senza venire giudicato?” Ed egli tagliò i legami che lo incatenavano alla colonna. Mio Figlio volle riprendere i suoi vestiti, ma i suoi nemici non sopportarono che si vestisse; lo spinsero e lo costrinsero ad avanzare. Potè infine vestirsi, e con la sua tunica asciugò i suoi occhi ed il suo viso tutti grondanti di sangue. Vidi allora il posto dove erano i suoi piedi pieni di sangue e le orme di mio Figlio. Ovunque passasse, la terra si tingeva del suo sangue. Quando, colpendolo duramente alla testa, lo si incoronò di spine, queste spine lunghe, solide, acute come dardi si aprirono una strada nella testa sacra di mio Figlio. Invenzione inaudita! Supplizio orribile! Orribile sofferenza! Tutto il suo corpo tremava a causa dell’immenso dolore! Considerate quale fu il mio tormento. Ah! Certo, nessuno può comprenderlo, perché le membra di mio Figlio furono quasi le mie membra, il suo Cuore fu quasi il mio Cuore. E quando Egli soffriva io ne sentivo le torture; quando fu colpito, flagellato, anche il mio Cuore lo fu; torrenti di lacrime colavano dai miei occhi e il mio corpo si seccò dal dolore. Mio Figlio si avviò al luogo della sua morte, caricato della Croce, certuni lo colpivano al collo, altri al viso, fu così fortemente picchiato che sentivo i colpi. Quale occhio potrebbe contemplare le violenze che Egli subì, gli schiaffi, gli sputi, i capelli strappati? Pensate sempre alla sua misericordia, al suo amore che gli fece sopportare tanti supplizi, alla sua dolcezza incantevole che non gli procurò che amarezze e la più orribile morte. Ed io oso dire che il suo dolore era il mio dolore. Il mio caro Figlio ed io, abbiamo riscattato il mondo per mezzo di un cuore. I boia duri e crudeli lo presero e lo stesero sulla Croce. Le sue mani adorabili subirono per prime la terribile tortura. Quale supplizio, quando i chiodi penetrarono nella parte dove l’osso era più duro e più forte! Quale tormento ad ogni colpo di martello!… La sua carne fu portata dai chiodi fino al legno della Croce. Questi chiodi erano molto grossi, quadrati e così mal battuti che presentavano su tutte le loro facce mille piccole schegge che lo lacerarono con sofferenze spaventose. Un dolore al di sopra di ogni dolore prodotto dalla forma di questi chiodi che oltrepassarono la Croce. Quando i suoi piedi e le sue mani non erano stati inchiodati al legno, la Passione fu addirittura spaventosa; ma i chiodi stessi non soddisfarono i boia. Essi tirarono i suoi piedi con una tale violenza che strapparono i suoi nervi e slogarono il suo corpo tendendolo orribilmente. Le piaghe delle sue mani sulle quali si concentrava tutto lo sforzo si allargarono, la sua testa era in un cespuglio di spine, e si potevano contare le sue ossa secondo la spaventosa profezia: “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa”. Vidi il mio carissimo Figlio miserabilmente appeso alla Croce, sulla quale si sforzava talvolta di distendersi a causa dell’eccesso di dolore. Tutte le vene, i nervi, i muscoli erano tirati e rotti. Poiché il peso trascinava il corpo, Egli era sospeso per le mani e per i piedi affinché la durezza dei chiodi fosse sentita più crudelmente, affinché la morte fosse perfetta nella tortura. La sua carne era schiacciata come in una pressa. Ed essendo così imporporato di sangue e così trafitto, sentivo gridare che era un ladrone, un bugiardo, che non c’era uomo più degno della morte che Lui. Questi oltraggi erano più umilianti per mio Figlio a causa della reputazione che le sue virtù e i suoi miracoli gli avevano acquistato. La folla irritata per essere stata abusata da un impostore così come proclamavano i suoi nemici, gli indirizzava mille ingiurie e maledizioni che rinnovavano fortemente il suo dolore. I suoi occhi erano mezzo-morti, la sua bocca insanguinata, la sua Faccia annientata, contusa. E guardandomi piangere senza consolazione così come i suoi amici, mio Figlio gridò con una voce piena di lacrime: “Mio Dio! Perché mi hai abbandonato?” E quando io, sua Madre, sentii queste parole, tutti le mie membra fremettero con un dolore straziante e troppo amaro per il mio cuore; e finché vissi, non potei dimenticare mai; mi sembrava di sentirle ancora e sempre. Mentre mio Figlio rimaneva così, straziato e livido, solo il suo Cuore era vivente. La vita combattuta con la morte in un corpo straziato. Quando, per un martirio troppo amaro, il dolore saliva dalle membra e dai nervi trafitti al Cuore, questo cuore provava incredibili sofferenze. E quando il dolore scendeva dal Cuore alle membra in brandelli, allora prolungava la sua morte con amarezza. Ma alla fine, il suo Cuore si spaccò sotto l’intollerabile dolore. Un soldato venne a conficcare la sua lancia nel costato del mio Figlio beneamato, così in profondità da fuoriuscire quasi dall’altra parte. Allora, vedendo il Cuore del mio caro Figlio trafitto, mi sembrava che anche il mio lo fosse. Lo si fece discendere dalla Croce, ed io lo ricevetti sulle mie ginocchia tutto livido e contuso! I suoi occhi morti erano pieni di sangue, la sua barba come una corda, la sua faccia contratta. Vidi le membra slogate, lo strappo interiore che l’orribile tiro del corpo aveva provocato. Questa slogatura delle membra, questa inumana tensione dei nervi, questo allungamento contro natura che avevano provocato i deicida, mi trafissero il cuore in un modo più doloroso ancora della vista delle piaghe aperte. Mio Figlio era sulle mie ginocchia come era stato sulla Croce, irrigidito in tutte le sue membra. Lavai le sue piaghe crudeli. Gli chiusi gli occhi e la bocca rimasti aperti alla sua morte. Infine lo si mise nel sepolcro. Oh! Quanto volentieri mi sarei fatta seppellire vivente con Lui se questa fosse stata la sua volontà! Posso dire che due cuori furono in un sepolcro. O figlia mia! Ho portato un peso schiacciante di dolore e di tribolazioni così pungenti che nessuna creatura saprebbe mai comprendere. Le mie prove hanno uguagliato la grandezza delle grazie che Dio ha messo in me. Guardo tutti quelli che sono nel mondo per vedere se ci sia qualcuno che consideri i miei dolori così amari da non essercene di uguali… e ne trovo ben pochi. Tu, figlia mia, non dimenticarlo, guarda le mie pene, le mie lacrime, e ricordati della Passione del mio carissimo Figlio. Che questo dolore non si allontani mai del tuo cuore.

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