Nei
prossimi giorni verrà pubblicato il “PROGRAMMA – FESTA DELLA MADONNA MIRACOLOSA”
; tutte le manifestazioni inserite inizieranno il 22 e termineranno il 31
Maggio. A breve uscirà online tutto il programma con le varie date e i vari
dettagli. E’ il primo anno che viene organizzato un programma vero e proprio,
per tanto voglio ricordare a tutti i fedeli, a tutti i devoti e ai numerosi
visitatori che ogni singola manifestazione inserita nel programma dev'essere vissuta come un cammino spirituale, fatto di fede e devozione, per arrivare al giorno dedicato alla Madonna
Miracolosa.
lunedì 29 aprile 2013
Programma - Coming soon "FESTA DELLA MADONNA MIRACOLOSA"
domenica 28 aprile 2013
Preghiere per la PRIMA CONFESSIONE, PRIMA COMUNIONE, CRESIMA
Prima
Confessione:
Grazie,
Gesù, che mi offri il perdono del Padre, Tu cancelli i miei peccati e mi doni
nuovamente l’amicizia con te, con il Padre e con lo Spirito Santo. Tu mi tratti
con amore come hai trattato Zaccheo, la Maddalena e tutti i peccatori pentiti.
Aiutami a diventare buono per amore di te che sei morto per noi. Aiutami a
diventare buono e rispettoso verso i miei cari e verso tutte le persone che
incontro. Grazie.
Prima
Comunione:
Grazie,
Padre nostro, per il dono della prima Comunione. Nella Comunione Gesù viene in
noi facendosi nostro cibo. Aiutami a comunicarmi sempre bene, con il cuore e l’anima
pura dal peccato e piena di riconoscenza e di amore per Gesù, e di desideri di
bene per i miei cari e per il mondo intero. Amen
CLICCA QUI PER LEGGERE LA Preghiera e Canto per la PRIMA COMUNIONE
CLICCA QUI PER LEGGERE LA Preghiera e Canto per la PRIMA COMUNIONE
Cresima:
O
Santo Spirito, amico della nostra vita, tu che sei venuto a me con i tuoi doni,
rendimi perfetto figlio del Padre. Fa’che veda le cose, le
persone, le situazioni, il mondo, la vita con la tua sapienza e il tuo amore.
Aiuta tutte le persone della terra a crescere nell'amore di Dio e tra loro.
Amen.
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Preghiere per la PRIMA CONFESSIONE PRIMA COMUNIONE CRESIMA
giovedì 25 aprile 2013
AL PADRE, AL FIGLIO, ALLO SPIRITO SANTO
O
Padre, ristoro nella fatica,
sostegno
nella salvezza,
conforto
nel pianto,
ascolta
la preghiera,
che
coscienti delle nostre colpe,
rivolgiamo
a te:
salvaci
dalle angustie presenti
e
donaci un sicuro rifugio
nella
tua misericordia.
Apri
i nostri cuori alla speranza,
perché
sentiamo in mezzo a noi
la
tua presenza di padre.
Fà
che affrontiamo
con
animo forte e sereno gli
impegni
e le responsabilità che
ci
attendono, e fa che
sappiamo
confortare i nostri fratelli.
Amen.
martedì 23 aprile 2013
NON C'E' VITA SENZA DIO
E’
inutile affannarsi per capire dove l’uomo può ottenere le risposte circa la sua
esistenza. Ovunque egli vada a cercare non troverà MAI la sazietà definitiva.
L’arsura che l’umanità prova dalle origini – che risalgono non alla creazione,
ma alla caduta in un regno sottoposto alla schiavitù del tempo – rende la stessa
ricerca del benessere vana. E’ vana la logica quando si immerge nel creato
finito che si sgonfia nel MA… dell’infinito. E’ vana la scienza perché scopre
ciò che già esiste e continua a cercare di scoprire ciò che non sa. Esiste il
Bene che offre di Se Stesso il Potere ed il Dominio su tutte le cose. Ma l’uomo
è colui che fa da sé ed in sé rimane ogni giorno deluso. Si sanano molti mali e
se ne aggiungono molti altri. In Verità, finché non si china il capo alzando le
braccia al cielo, tutto rimane solo sotto lo stesso. Ogni risposta è al di là
delle nuvole ed al di là della volta della ragione e della intelligenza umana. Dalla
terra si eleva il grido di Chi sa cosa vi sia al di là dell’universo umano.
Quel Grido chiama. La Sua Voce invoca ed il Suo sguardo è oltre lo spazio di
dominio dell’uomo. Grida con la voce di chi sa a chi è rivolta la Sua
invocazione e DICE: “PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI!”. E’ proprio una voce
unica fra le miriadi che tuonano nel mondo. E’ quella di Gesù di Nazareth che
non ha mai confidato né nella Sua Vita né su quella del mondo che lo ospitava. Confida
invece in Colui che chiama Padre, non solo Suo, bensì di tutta l’umanità. La
Sua Vita non ha legami sulla terra ma in quei cieli ove il Padre è Dio.
Consiglia agli uomini di alzare lo sguardo come Lui e di invocare Colui che
tutto può, Dio, per ottenere ogni risposta. La prima risposta che Lui stesso riceve
circa la Sua vera identità viene proprio dall'Alto davanti ad altri uomini.
Una voce afferma che Gesù è il Figlio di Dio. E’ proprio il Padre ad annunziare
chi fosse veramente quell'uomo e a dare agli altri l’indicazione corretta per
fermare la macchina sfrenata della ricerca della verità. Dice: “Questi è il
Figlio mio PREDILETTO. ASCOLTATELO!”. Occorre piegare la testa a questi uomini
superbi ed ignoranti per raggiungere la conoscenza di Colui che tutto SA. La
loro vita è legata in tutto e per tutto a quella VOCE che dall'Alto ha parlato.
E’ Dio, ed in Lui, ascoltandolo, troverà l’uomo la sua vera vita dalla quale
sentirà la gioia di appartenere all'unico Dio oltre il quale non ce ne sono
altri. La stessa Voce chiede a questi uomini sordi di amarlo con tutto il
cuore, anima e mente. Per fare questo ci ha regalato Gesù, Figlio Suo
prediletto, il quale sa come farci raggiungere il dialogo senza barriere con
Dio: l’Essere creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e
non visibili. Cosa altro sperare? Abbiamo tutto. Abbiamo la Risposta alla vita.
Abbiamo Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio!
domenica 21 aprile 2013
COME E’ BUONO GESU’
C’è
bontà e bontà. Quella che viene dall'Alto ha come caratteristica la vita
eterna. E’ il buono di Dio che concede la possibilità di vivere per l’eternità all'uomo che non conosce altro che la morte. La Vita Eterna è la condizione
alla quale qualunque vivente aspira, ma che può ottenere solo se la stessa Vita
si concede. Gesù, nella sua permanenza
sulla terra annunzia di essere quella vita che non si spegne per l’Eternità ed
invita gli uomini ad ottenerla mediante l’adesione alla sua Persona. Il Buono
sa concedersi nella Sua Massima Preziosità senza trattenere nulla per sé. Dio,
mediante il Figlio, promette di donare tale Bontà solo perché Ama l’uomo ed a
lui offre il Suo Sì. Per attuare la sua scelta e premiare i vincenti si fa
simile agli uomini, insegnando loro che la conquista del Dono dipende dall'accettazione del Suo invito ed alla attuazione della Sua Parola. La Sua
Promessa ha come forza la pazienza che Dio dimostra quando all'annunzio di tale
preziosa donazione gli uomini rispondono senza alcun compiacimento. Nonostante
la Sua Offerta il mondo continua a percorrere la via della morte e, nonostante
il desiderio di Dio, realizzato con la vita vissuta e donata agli uomini della terra,
il mondo manifesta un chiaro disinteresse e addirittura una apatia irrispettosa
e provocatoria. Il Buono di Dio
attribuisce tutto ciò, senza escludere la ribellione e l’aggressione alla Sua
Persona, fino a fargli meritare solo la morte e morte di Croce, a quella
carenza che proviene da una remota ignoranza da parte dell’umanità. Dice che
l’uomo ignora ciò che può arrecargli gioia da ciò che lo lascia nel dolore
eterno e si riveste di pazienza per attendere i tempi della sua conversione.
Passare dalla morte alla vita vuol dire abbandonare il regno delle tenebre per
entrare in quello della Luce. E’ il Passaggio che Dio ha ideato per i
pellegrini in viaggio per l’eternità e si pone come unico conduttore,
proponendosi quale “UNICA VIA” da percorrere e che non cesserà mai di indicare
LA META. Con Lui la certezza del premio è già garantita in quanto vince chi sa
dove sta andando e ne conosce la Via. Gesù sa quale sia il Percorso e traccia
il programma, indicando, giorno dopo giorno, il contenuto giusto per vivere le
ore nella pace del risultato.
venerdì 19 aprile 2013
PREGARE INCESSANTEMENTE
Per
ottenere l’attenzione di Dio, Gesù invita gli uomini a chiedere. Educa così
alla “confidenza” della creatura con il suo Creatore, del figlio con il Padre. Riporta
il contatto con Dio alla forma più elementare dell’incontro, il dialogo. Lui, Padre
attento, lento all'ira e ricco di MISERICORDIA, sa ascoltare le parole del
bisognoso fino a farle sue per poi realizzarne il contenuto nella massima
unità. “Insieme per vivere insieme” è la risposta di Dio ad ogni supplica. Spesso
accade che la creatura ponga una barriera fra ciò che ottiene e Dio stesso.
Incontriamo su questa via i nove lebbrosi che non tornano, dopo aver ottenuto
la guarigione e non condividono con Gesù guaritore la gioia nell'aver ottenuto
ciò che si sperava. Dio vuole rimanere con l’uomo perché è proprio per l’uomo
che ha lasciato la Sua Sede Divina per abitare nella valle tenebrosa della
terra. Gradisce quindi l’attenzione del Suo popolo quando ascolta i Suoi
suggerimenti e mette in pratica le Sue Leggi. Consiglia sul COME pregare e
sfuma l’imperfezione della preghiera usando similitudini; pone in una di esse
un pubblicano (peccatore dichiarato) ed un fariseo (giusto senza verità) ad
essere interpreti della Sua Volontà. Ascolta il fariseo che apre il suo manto
pavonesco, vantandosi dei suoi meriti fino a paragonarli quali preziosità
evidenti non confrontabili con i demeriti del pubblicano. Lui era nel giusto
della sua vita perché aveva fatto ciò che a Dio (secondo lui) era molto
gradito. Pagava le decime e si dedicava all'orazione con un fiume di parole e
di vanto. Il pubblicano, vuoto di meriti, sa di possedere un solo requisito da
offrire a Dio: la sua povera natura di peccatore. Poche parole che dipingono il
vero volto dell’uomo. Volto che Dio stesso aveva già disegnato mostrandolo
nelle Parole dei Profeti che annunziavano un uomo traditore, adultero e privo
di virtù. Dio ritrova il Suo uomo con la Preghiera del pubblicano e, pertanto,
trova veritiero il parlare del peccatore che si riconosce tale. Lo preferisce
al primo che, nonostante a Lui rivolgesse il suo sermone, rimane in realtà
dentro se stesso nella falsità del suo essere uomo. Non c’è giusto davanti a
Dio se non il Giusto, Gesù Cristo, uomo vero ma privo di peccato. L’occhio di
Dio ha guardato il Peccatore e per Lui si è mostrato, vivendo pienamente la
miseria del peccatore nella regalità della Sua Divinità. E’ emozionante leggere
fra le Parole di Dio il Suo timido e discreto desiderio di essere riconosciuto
innamorato dell’uomo consapevole della sua grave malattia. E’ emozionante il
Suo Cuore che batte perché ha trovato il peccatore senza alcuna presentazione
capace di attenuare il suo stato. Lo ha trovato così come il Buon Samaritano lo
mostra nell'uomo che giace in mezzo ad una strada, senza alcun aiuto, ferito,
moribondo, vittima di violenza ed incapace di risollevarsi dalla sua disgrazia.
Ecco, lo trova così il Suo uomo, e lo AMA. DIO CI AMA!
mercoledì 17 aprile 2013
I SANTI: PIANTAGIONI SCELTE DI DIO!
I
Santi non sono solo uomini, bensì sono uomini di Dio, perché da Dio si sono
lasciati modellare. Maria, giustamente definita Santissima, è la Prima donna
umana ad occupare il posto d’onore dopo il Santissimo che è il Santo dei Santi:
Gesù di Nazareth! Con l’incarnazione del Verbo in Lei inizia la lunga Via della
Santità che ha come partenza Dio che si fa Carne. Lui, in Maria, è il Santo di
ogni Santo che dopo di Lui sarebbe stato realizzato. Maria, quale giovinetta
prescelta da Dio, possiede il rispetto filiale per le “cose di Dio”. Sa che Dio
può parlare agli uomini perché Lei conosceva la Storia del Suo Popolo, quale
eletto di Dio. Tale conoscenza non la rende sciocca e sfuggente all’annunzio
dell’Angelo portatore della Volontà di Dio in Lei. Lo ascolta e, pur non
conoscendo uomo, si lascia penetrare dalla Sola Volontà dell’Altissimo, senza
chiedersi troppi perché. Inizia l’espressione di quella Santità che Dio aveva
già realizzato in Lei quando le regala la Beatitudine quale Immacolata
Concezione. In Lei c’era già la scintilla di Santità nel Sapere che Dio
esisteva e che tutto poteva. Il Seguito,
espresso nella Vita di Gesù, quale Maria Santissima, conferma la Verità che
ogni santo si esprime nella Vita del Santo dei Santi, Gesù, vivendo da veri
uomini di Dio. Vive con il Figlio, respirando ogni Sua Parola, fino a bere con
Lui il Calice Amaro del Dolore e godere, poi, della Vita insieme in Paradiso. Con
Gesù e con Maria la Santità vive per ogni uomo che desideri conoscerne ogni piccolo
particolare e farlo suo. C’è un modo semplice per poter entrare nel Tabernacolo
vivente della Santità: bussare alla Sua Porta e chiedere asilo! Con Gesù e con
Maria molti uomini della terra hanno trovato asilo ed hanno dimostrato che a
Dio tutto è possibile. Basti saperlo! IL
SANTO E’ LA COMPLETEZZA DEL SACRIFICIO DI GESÙ SULLA CROCE: Dice
San Paolo: “Completo su di me le sofferenze di Cristo”. Parlare dei Santi vuol
dire mostrare il volto di Gesù in perfetta unità con il Padre. Vuol dire
conoscere la forza dello Spirito Santo che rende possibile ogni cosa; vuol dire
essere una cosa sola con Dio. Non c’è Santo che non mostri tale unità fino ad
essere Eucarestia vivente in ogni generazione. Il Santo è il Martire del
Martire Divino ed in lui è anche opera salvifica per l’umanità mediante il Suo
Esempio. Il Sangue dei Martiri grida vendetta come è scritto nell'Apocalisse ma, quale vendetta se non il desiderio che si consumi l’opera del Salvatore
mediante le generazioni ove l’Eucarestia si mostri a loro? “Questo è il Mio
Corpo … e questo è il Mio Sangue … prendete e mangiatene tutti” dice Gesù. Non
può essere il Banchetto Divino una semplice consumazione di elementi fini a se
stessi, bensì un incontro d’unione fra l’invitato ed il Suo Dio che gli chiede
la partecipazione al Suo Sacrificio ed anche al Premio che da esso ne deriva. Il
Santo beve nel Calice di Gesù e mangia quel Corpo nella consapevolezza di
essere Lui il Gesù che vive. Dice San Paolo: “Non sono più Io che vivo ma è
Cristo che vive in Me”. L’unità che Gesù ha realizzato è il frutto dell’Amore
che Dio Padre per mezzo del Suo Spirito realizza con il Figlio. Nella medesima
onda ogni creatura diverrà portatrice dell’Amore di Dio, portando al mondo
l’adempimento di quella volontà divina che vuole l’uomo nel Figlio quale
partecipazione totale per godere la ricchezza totale della vittoria di Dio su ogni
Principato ed ogni Potestà. San Paolo va a riprendersi quella Corona Regale che
Gesù gli promette ed il Sangue dell’Apostolo testimonia che dove è il Padrone
la è anche il Suo Discepolo.
lunedì 15 aprile 2013
ANNO DELLA FEDE
CON
IL CUORE SI CREDE PER OTTENERE LA GIUSTIZIA E CON LA BOCCA SI FA LA PROFESSIONE
DI FEDE PER AVERE LA SALVEZZA. PERCHÉ L'ANNO DELLA FEDE POSSA CONDURRE TUTTI I
CREDENTI A IMPARARE A MEMORIA IL CREDO A RECITARLO OGNI GIORNO COME PREGHIERA,
COSÌ CHE IL RESPIRO SI ACCORDI CON LA FEDE.
Io
credo in Dio. Così inizia il simbolo apostolico. Ma quanti sanno cosa significhi
veramente credere? La maggior parte dei cristiani è entrata nella fede sin
dalla nascita, grazie alla fede dei propri genitori che, al momento del
Battesimo, hanno risposto per loro conto: “Credo! Altri sono entrati nella fede
attraverso la progressiva adesione a una grazia di conversione. In ogni caso,
la fede è sempre un “dono” di Dio. Un dono che viene dalla sua bontà e dalla
sua potenza. Un dono che va fiduciosamente accolto. La fede è l’incontro tra la
fiducia che Dio ha in noi e la fiducia che abbiamo noi in Lui. L’anelito che
Dio mette nel cuore dei credenti inserisce la piccola storia degli uomini nella
storia di Dio. Il credere, quindi, è fame e sete di Dio, di conoscere il suo
Volto, di ascoltare la sua Parola. La fede è vita, e ha bisogno di interiorità
e della lotta di ogni giorno per essere calata nella storia quotidiana e
reggere il confronto con le logiche del “mondo”. La fede non è una questione di
intelligenza ma è uno stretto rapporto di amore tra Dio e la sua creatura. E’
amando Dio “con tutto il cuore con tutta l’anima, con tutte le forze” (Dt 6,5)
che si può trovare il coraggio di entrare nella “porta stretta”, una scelta che
qualche volta può costare anche il prezzo della vita. “Chi vorrà salvare la
propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la
troverà” (Mt 16,25) “La “porta della fede” (cfr At 14,27) che introduce alla
vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre
aperta per noi”, Scrive il Santo Padre Benedetto XVI nella Lettera Apostolica
“Porta Fidei” “Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che
dura tutta la vita.” Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uomini di
ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa affidandole l’annuncio
del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo. Per questo anche oggi è
necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova
evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo
nel comunicare la fede.”
sabato 13 aprile 2013
PREGHIERA A S.PIETRO
O
glorioso San Pietro,
che
in premio della vostra fede pia e generosa,
della
vostra profonda e sincera umiltà', del vostro ardente amore,
foste
da Gesù' Cristo contraddistinto coi privilegi più' singolari
e
specialmente col principato su tutti gli Apostoli,
col
primato su tutta la Chiesa, della quale foste pure
costituito pietra e
fondamento, otteneteci
la grazia di una fede viva che non abbia timore di palesarsi apertamente
nella sua integrità' e nelle sue manifestazioni,
e
dare all'occorrenza anche il sangue e la vita anziché' venire meno giammai.
Impetrateci
vero attaccamento alla nostra Santa Madre Chiesa,
fate
che ci teniamo sinceramente e sempre strettamente uniti al Romano Pontefice,l'erede
della vostra fede, della vostra autorità',
unico
vero Capo visibile della Chiesa Cattolica,
che
è quell'Arca misteriosa fuori della quale non v'è salvezza.
Fate
che seguiamo docili gli ammaestramenti e i consigli e ne osserviamo i precetti, al
fine di poter giungere un giorno all'eterno premio del Cielo.
giovedì 11 aprile 2013
LA FEDE SALVA!
Non
c’è parola che abbia più potere della Fede circa la Salvezza delle anime. Essa
non viene come frutto della terra, bensì è un dono che gratuitamente Dio
elargisce alle sue creature. Come la pioggia cade e bagna tutto ciò che tocca,
così la grazia che copiosamente è scesa sulla terra con la venuta del Messia. Prima
della nascita di Gesù la gratuità di Dio nella potenza della Sua Parola era la
Promessa. Gli uomini vivevano ancorati ad essa. Promessa fatta ad Abramo,
Isacco e Giacobbe, fino a toccare ogni Eletto portatore della esplicita volontà
di Dio circa la libertà degli uomini. Dio promette la liberazione dalla
schiavitù tramite la Sua Discendenza. Stipula così il patto più concreto che un
Dio possa stipulare con gli uomini. Il Salvatore sarebbe stato un Uomo come
tutti gli altri, ma Figlio del Dio Vivente. Il Messia, annunziato e mantenuto
quale annunzio con l’adempimento dello stesso. Nasce non fra le nuvole, bensì
in un piccolo paese della Giudea, Betlemme, e di essa il profeta scrive: "E
tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di
Giuda: da te nascerà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele". Il
capo, Gesù, nasce secondo la profezia e si adempie il Patto che avrebbe portato
la Salvezza mediante la Grazia. Non può l’uomo fermare tale adempimento,
nonostante le forze contrarie scatenatesi per distruggere il progetto di Dio.
Non riesce Erode ad uccidere il Nato Divino e qualunque altro progetto fallisce
dinanzi all'avanzare della Potenza di Dio. Cresce Colui che segna l’anno di
Grazia e nella Sua Crescita gli uomini imparano ad ascoltare il linguaggio di
Dio fatto uomo. Lui promette di essere fedele alla volontà del Padre ed accetta
di bere nella sua promessa il calice amaro del dolore umano. In quel calice
ogni nato della terra diviene la Sua forza nel dire sì al Padre, perché ogni
nato soffre. Lui beve il calice della sofferenza di ciascun uomo per essere il
Salvatore di tutti gli uomini, adempiendo largamente ad ogni annunzio profetico
che di Lui era stato scritto. Si offre quale Unica Grazia di Salvezza con la Sua
Infinita Misericordia ed amplia i confini della Sua Donazione anche a coloro
che non erano dentro l’Elezione antica. Pagani, Giudei, Greci, Samaritani,
Romani ed ogni altra radice viene da Lui accolta quale nuovo popolo di Dio.
Loro, che non erano Suo Popolo, lo diventano e Lui, che non era il loro Dio, lo
diviene. "Ed Io sarò il loro Dio", dice. Cade sulla terra la Luce
vera ed illumina con potenza e Giustizia, regnando con Perdono e Misericordia.
Concede il dono dello Spirito Santo, che diviene la Persona mediante la quale
gli uomini possono ricevere ciò che nella Grazia è contenuto: la Fede! Lui, lo
Spirito Santo, ammaestra e nella Sua Predicazione la Fede entra, illuminando la
mente fino a far aprire quella dura cervice che per lunghi millenni ha chiuso
il cuore degli uomini. Apre, lo Spirito, la mente alle Scritture e nella nuova
comprensione il cuore respira il Sapore della Verità che invita ad amare come
Dio Ama. Annunzia il comandamento nuovo, quello dell’Amore Perfetto:
"Amatevi gli uni gli altri come IO ho amato voi". Sia la mente che il
cuore vibrano nella nuova conoscenza che fa di ogni uomo chiamato un portatore
della Verità tutta per intero. La Fede viaggia nella potenza del Soffio Divino
e penetra entro ogni fessura che attendeva di essere abitata da Colei che le
avrebbe garantito la Salvezza. Lei, la Fede, Vive, ed in Lei ogni uomo porta il
Suo contenuto, cantando il Nome di Dio nella Verità della Persona del Figlio e
compiendo le opere da Lui annunziate.
martedì 9 aprile 2013
Papa Francesco già nel cuore dei fedeli
“Voglio una Chiesa povera per i poveri, ecco
perché ho scelto di chiamarmi Francesco”. In questa semplice frase si racchiude
tutto il programma di governo del nuovo Papa, che nella sua prima settimana ha
già conquistato i fedeli di tutto il mondo, con la sua ventata di “freschezza e
di energia spirituale che cancella quasi la sua anagrafe. Ci sono poi nel suo
sorriso e nella sua leggera ironia tutte le componenti di uomo che porta
veramente Cristo nel cuore così come lo aveva il poverello d’Assisi, anche
quando il male del mondo sembra prevalere su tutto. Egli nel suo primo Angelus
a piazza San Pietro ci ha ricordato come Dio è amore e misericordia, e di come
non dobbiamo mai stancarci di chiedere perdono perché il Padre che è nei cieli
mai smette di concedercelo. Parole di speranza, che scaldano il cuore e che si
sposano con altri discorsi importanti fatti dal Papa in questi giorni di
pontificato come quando dice: “ Non diamo ascolto al pessimismo e l’amarezza
che il diavolo ci offre ogni giorno”; frase questa che abbiamo letto come una
testimonianza di “perfetta letizia” e quindi come una ulteriore aderenza del
Santo Padre al sentire francescano. La coerenza fra il nome scelto e l’immediata
testimonianza, il Papa l’ha data sin dalle sue prime azioni e i suoi primi
discorsi. Il non voler viaggiare nella lussuosa macchina papale, il non volere
la scorta, l’indossare una semplice croce piuttosto che quella d’oro, la sua
semplicità e immediatezza, nel dire le cose anche le più scomode, ci riconducono
proprio al modello del santo di Assisi. Insomma il soffio dello Spirito Santo,
tante volte invocato nella preghiera dei fedeli in queste settimane, ha
soffiato forte e impetuoso spiazzando ancora una volta gli scettici e le
cassandre. La chiesa di Cristo è in buone mani, anzi lo è sempre stata proprio perché,
come detto più volte anche da Benedetto XVI, Cristo ne è il capo. E Papa
Francesco, 266° pontefice della Chiesa universale, ne è il degno vicario. Egli,
anche per tutta la storia che lo accompagna, saprà davvero stare dalla parte
degli ultimi e siamo certi darà risposte forti ed importanti ai problemi che
ultimamente hanno procurato sofferenza alla Chiesa.
lunedì 8 aprile 2013
Credere in Gesù non è sinonimo di “avere fede”
Credere
in Gesù non basta. Neanche frequentare una chiesa, ubbidire a certi rituali o
stare attento a non commettere errori è sufficiente. Per poter sperimentare una
vita piena con Dio e tutto quello che Egli vuole donarti, devi instaurare una
relazione con l’unico Dio, vero e vivente. L’amore divino e lo Spirito Santo
che riceverai da Dio in quel rapporto, ti cambieranno. “Credere in Gesù” non è
sinonimo di “avere fede”. Avere fede implica avere fiducia in Gesù e la volontà
di seguirLo, ovunque Lui voglia portarti. Dio desidera una relazione con te,
una relazione intima e personale. Egli ti conosce perfettamente e non c’è niente
che tu possa tenergli nascosto, ma anche Gesù vuole farsi conoscere da te. Gesù
ti ama a tal punto che Lui stesso ha rimediato alla separazione che c’èra tra
te e Dio. Infatti, attraverso l’opera mediatrice di Cristo, Dio ha tolto tutti
gli ostacoli che impedivano la tua relazione con Lui. Sappi però che Dio non ti
impone la sua volontà e se vuoi entrare in questa personale relazione con
Lui devi essere tu a volerlo. Questo
vuol dire “dare il tuo cuore a Gesù”. Vuoi mettere tutto ciò che si trova
dentro di te (sentimenti, pensieri, ragionamenti, sogni e desideri) alla Sua
luce, affinché Egli possa guarirti, aiutarti, correggerti, incoraggiarti e,
soprattutto, amarti? Lascerai che il tuo Dio che ti ama intervenga nella tua
vita, affinché tu possa crescere e diventare una persona nuova, trovando così
lo scopo della tua vita?
sabato 6 aprile 2013
Che cosa devo fare per essere salvato?
Molte
persone stanno cercando i “passi per la salvezza”. Alla gente piace l’idea di
un manuale d’istruzione che dia un certo numero di passi da seguire per
ottenere la salvezza. Varie religioni e perfino alcune denominazioni cristiane
presentano questo tipo di passi, ma la Bibbia presenta un solo passo per la
salvezza: la fede in Gesù Cristo come Salvatore. Il messaggio della Bibbia è
molto chiaro su questo. Tutti abbiamo peccato contro Dio. A causa del nostro
peccato, meritiamo di essere separati da Dio, ma per il Suo amore per noi, Dio
ha preso forma umana ed è morto al posto nostro, prendendo su di sé la
punizione che noi meritavamo. Dio promette il perdono dei peccati e la vita
eterna nella Sua presenza a tutti coloro che ricevono Gesù Cristo come
Salvatore per grazia attraverso la fede. La salvezza non ha a che fare con
certi passi da seguire per meritare di essere salvati. Certo, è vero che i
Cristiani si devono battezzare; è vero che i Cristiani devono pubblicamente
confessare Cristo come Salvatore; è vero che i Cristiani devono ravvedersi dal
peccato e seguire Cristo, altrimenti che senso avrebbe credere che Gesù è morto
per i nostri peccati? E’ sicuramente vero che i Cristiani devono consacrare le
loro vite a ubbidire a Dio, ma questi non sono passi per la salvezza; sono
piuttosto risultati della salvezza. A causa del nostro peccato, non possiamo
guadagnare la salvezza in alcun modo. Potremmo anche seguire 1000 passi, ma non
sarebbero sufficienti. Ecco perché Gesù è dovuto morire al posto nostro:
proprio perché noi siamo assolutamente incapaci di pagare il debito che abbiamo
verso Dio come peccatori e quindi non possiamo purificare noi stessi dal
peccato. Solo Dio poteva compiere la nostra salvezza, e l’ha fatto. Dio stesso
ha completato i “passi” e quindi offre la salvezza a chiunque la riceve. La
salvezza e il perdono dei peccati non hanno a che fare col seguire dei passi.
Dio richiede da noi un solo passo: ricevere Gesù Cristo come Salvatore e
mettere la nostra fiducia esclusivamente in Lui come via di salvezza. Ecco ciò
che distingue la fede Cristiana da tutte le altre religioni del mondo, ognuna
delle quali ha una lista di passi da seguire per ottenere la salvezza. La fede
Cristiana riconosce che Dio ha già compiuto tutti i passi e ci chiama semplicemente
a ricevere Gesù in fede. Se tu desideri accettare Gesù Cristo come il tuo
Salvatore, desideriamo includere una preghiera come un esempio, vogliamo però
puntualizzare che ripetendo questa preghiera, o usando qualche altra frase
memorizzata, non puoi salvarti. Solo accettando e credendo in Cristo puoi essere
salvato dal tuo peccato.
"Signore,
riconosco che ho peccato contro di te e merito il giudizio eterno. Grazie che
il Signore Gesù è morto per me sulla croce. Per grazia sono salvato e per fede
sono perdonato. Voglio lasciare il mio peccato e confido solamente in Te per la
salvezza. Grazie per la tua grazia, il tuo prezioso perdono e il dono della
vita eterna! Amen!"
venerdì 5 aprile 2013
LA SCELTA DI DIO
Quando
si cerca la felicità, spesso si osserva ciò che non la produce. L’uomo è
smarrito perché desidera ottenere la ricchezza della vita dalla miseria della
vita. Dio, UNICO vero RICCO, perché Onnipotente, Onnoscente, ETERNO e privo di
concorrenti, ha manifestato la Sua Grandezza scegliendo l’UOMO per elevarlo
alla Sua Altezza, grandezza, bellezza. Dio lo sceglie perché lo AMA e lo
ritiene prezioso nel Suo Cuore. Anche i SUOI OCCHI partecipano e concorrono
alla Sua scelta, guardando l’umanità in tutti i suoi bisogni ed in tutte le sue
deformità. Sceglie il dolore umano per soccorrerla, la miseria umana per
arricchirla e l’ignoranza umana per colmarla di sapienza e di conoscenza di
Lui. La Sua scelta è finalizzata all'adempimento del Suo desiderio di sanare e
liberare l’uomo dalla sua prigionia. Si vuole, Dio, nel Suo Amore innamorato
del nulla umano per elevarlo nel suo TUTTO DIVINO. E’ il Suo essere AMORE che
lo realizza fino a lasciare la Sua REGGIA ed il Suo REGNO per farsi acquirente
dell’UMANITA’. Essa è quel gregge che sistematicamente viene portato al mercato
dal mercenario che Svende le pecore al più basso acquirente. Esse non hanno
virtù, salute, bellezza, vita, pertanto la morte le acquista e le conduce nel
suo regno. Lo sguardo di Dio, che ama quelle pecore, realizza la scintilla che
produce la Nuova Offerta. Dio si offre quale PASTORE ACQUIRENTE che, nella SUA BONTÀ e nel SUO AMORE, propone l’acquisto. Baratta tutta l’umanità in cambio
della Sua PREZIOSISSIMA e DIVINA CARNE. E’ la legge della massima ricchezza che
si regala in cambio della massima miseria. Il mercenario non può non accettare,
lasciando che il PASTORE OPERI. Inizia così la presentazione del Liberatore
alle Sue pecore che, nel buio del loro stato, non lo riconoscono. Quelle che lo
riconoscono però ottengono da Lui il Potere di passare dallo stato mortale a
quello di Vita Eterna. Parla il Buon Pastore alle sue pecorelle smarrite ed
affamate. Cura le loro ferite e le istruisce circa il Suo progetto. E’ fiero
del Suo acquisto e, chiamando le Sue pecore, le forma quale nuovo branco,
ponendole nel Suo OVILE. E’ Lui che le protegge, le nutre e garantisce loro
ogni sicurezza eterna. Non nasconde nulla del Suo Programma e chiaramente le
avverte che il mercenario alla scadenza di un termine avrebbe aggredito la Sua
Carne fino a condurla sulla Croce e condannarla alla morte. Rassicura le Sue
pecorelle, angosciate e deluse per la sorte del loro Buon Pastore, che solo per
tre giorni il Nemico lo avrebbe trattenuto nel Regno della morte dal quale poi
sarebbe uscito RISORGENDO. Raccomanda loro di CREDERE nella Sua Parola e di
attendere con fiducia l’avverarsi degli eventi annunziati. Dice loro che, dopo
aver sconfitto la morte, Risorgendo, sarebbe risalito al Padre, che non lo
avrebbe MAI abbandonato ed al quale avrebbe dato con la Sua Vita molta GLORIA. Il
Padre, dal CANTO SUO, risponde che, nel compiacimento nel Figlio, la gloria per
Lui sarebbe stata elevata al massimo della Sua Potenza. Il Padre gli promette e
gloria su gloria, fino a donargli il Posto alla SUA DESTRA. Chiede alle Sue
pecore di ubbidire alle Sue raccomandazioni e di RICORDARE tutto ciò che
annunzia. Promette loro di mandare un altro Consolatore, il quale le avrebbe
guidate lungo la Via della Nuova Vita, abitando dentro di loro. E’ il Buon
Pastore che, dopo l’avverarsi di ciò che aveva annunziato, torna vittorioso e
mostra il Suo Corpo glorioso a quelle pecore che gioiscono della Sua Vittoria. Esse
ricevono da Lui il compito di Annunziare il Suo Programma d’amore e di salvezza
per l’umanità e di non temere perché il posto che Lui ha preparato per loro è alla
destra del Padre, con Lui. Le Sue pecore ottengono la Forza dello Spirito
Santo, del Consolatore, ed iniziano così a cantare nel mondo la Lode al loro
Dio che, nella Sua Scelta d’amore, ha riscaldato il loro cuore fino a renderlo
capace di battere per Lui. Gli uomini dal cuore di pietra sentono battere per
la prima volta il cuore di carne, dal quale esce il grido: “Abbà, Padre!”.
giovedì 4 aprile 2013
Perché mi sento vuoto?
Dio
non ha soltanto creato il tuo corpo fisico, ma ha messo anche la consapevolezza
dell’eternità nel tuo cuore. Tu hai dentro di te la sensazione innata che
esista qualcosa che va oltre quello che vedono i tuoi occhi; che esista una potenza superiore alla routine
quotidiana. Il tuo cuore testimonia l’esistenza di Dio. Profondamente da
qualche parte nel tuo cuore tu sai che deve esserci qualcosa oltre questo mondo
visibile. Puoi negare questa conoscenza con la tua mente, ma la tua fame della
presenza divina continuerà comunque ad esistere. Tu hai la capacità e la
sensibilità di percepire la presenza di Dio. Il tuo essere spirituale, che è
stato creato da Dio a Sua immagine e somiglianza, può realizzare la comunione
con Dio. Se non conosci Dio, ti senti spesso insoddisfatto e affamato
spiritualmente, oppure senti di aver perso tutte le direzioni vagando nel buio
e non riesci più a trovare il vero significato alla vita. La verità è che sei
separato da Dio. Il vuoto che senti nel cuore è la mancanza della presenza di
Dio nella tua vita. Sei stato creato per avere una relazione con Dio. La fame
che tu hai dentro è un bisogno
spirituale e può essere soddisfatto solo da Gesù. Cristo è l’unico ed il solo
che può colmare il vuoto dentro di te. Egli sta aspettando il momento in cui tu
gli dirai: “Vieni Signore, riempi la mia vita, colma il vuoto dentro di me”. E
Lui lo farà, perché ti ama.
martedì 2 aprile 2013
PREGHIERA POTENTISSIMA PER OTTENERE UNA GRAZIA DA GESÙ
Questa
preghiera dev'essere recitata per chiedere il dono una grazia e non per qualsiasi
cosa che vorremmo si avverasse, cerchiamo di non farla diventare un mezzo per
chiedere a Gesù tutto ciò che passa nella nostra mente. Prima di recitare
questa preghiera ricordiamoci che stiamo per entrare in contatto con nostro
Signore e quindi è preferibile recitarla in un posto poco affollato, ancora meglio
se isolato(ricordiamoci
che la migliore devozione è il silenzio). Subito dopo averla recitata è doveroso ringraziare anche la Madonna
con la preghiera dell’Ave Maria.
O
Signore buono e misericordioso;
sono
qui a recitare questa preghiera
per
chiederti una grazia …
(recitare
a bassa voce la grazia che si desidera ricevere)
Tu che
tutto puoi,
ti
chiedo di non scordarti di me
umile
peccatore e di concedermi
la
grazia tanto attesa e desiderata.
Tu
che a causa dei nostri peccati,
hai
portato per primo, il peso
della
croce con tanto sacrificio;
illumina
il mio percorso e rendimi forte
nell'affrontare tutte le croci a me assegnate.
Dammi
il coraggio per accettare la tua
volontà
; ho bisogno del tuo sostegno e
di
sentire vicino il tuo amore.
Ti
ringrazio per tutto quello sin ora
mi
hai concesso e per tutto quello che
inaspettatamente
mi darai …
Ti
imploro e mi inginocchio dinanzi
a
te, sperando in un tuo segno, in una
tua
risposta; fà in modo che la mia
richiesta
venga esaudita, Amen.
lunedì 1 aprile 2013
Lunedì dell'Angelo: Apparizione dell'angelo al Sepolcro
Il
lunedì dell'Angelo (detto anche lunedì di Pasqua o, impropriamente, Pasquetta)
è il giorno dopo la Pasqua. Prende il nome dal fatto che in questo giorno si
ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro.
Il
Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e
Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii
aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il grande masso che
chiudeva l’accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e
preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un
angelo che disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era
deposto” (Mt 28,5-6). E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli
Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l’accaduto agli altri.
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